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La Strategia delle Sanzioni contro la Russia

18 Marzo 2022 by in Attualità
fabbriche tedesce

In questo articolo Adam Tooze riflette sulla efficacia delle sanzioni economiche, approvate dall’Europa, esercitate sulla Russia.


Le relazioni commerciali stabilite tra i vari paesi in questi decenni di pace, hanno creato una interdipendenza economica che ora viene messa in dubbio con la ricerca, da parte di tutti gli stati coinvolti, di un nuovo equilibrio economico.

Il modo più ovvio per esercitare la massima pressione finanziaria sulla Russia è fermare gli acquisti di petrolio e gas. I guadagni delle esportazioni russe aumentano. La maggior parte di tali entrate proviene dall’Europa.

Uno dei paesi che, inevitabilmente, finisce sotto la lente di ingrandimento è la Germania; non solo per il suo ruolo guida nell’Unione Europea, ma anche per la quantità di energia che acquista dalla Russia.

Il petrolio rappresenta il 32 per cento dell’apporto tedesco di energia primaria, di cui un terzo proviene dalla Russia. Il gas rappresenta il 27 per cento dell’energia primaria della Germania, di cui il 55 per cento proviene dalla Russia. Del carbone bruciato in Germania, che rappresenta il 18 per cento dell’apporto energetico, il 26 per cento proviene dalla Russia.
Tutto ciò significa che poco più del 30 per cento dell’energia primaria della Germania proviene dalla Russia.

Quale sarà quindi il costo del boicotaggio per la Germania?

Finora il Ministero dell’Economia ha assunto una posizione cauta. Habeck ha descritto la conseguenza per l’economia tedesca del boicottaggio dell’energia russa come delle «proporzioni più pesanti» .
Il dibattito, però, si sta spostando da panorama politico a quello accademico.
Lo scorso 8 Marzo è apparso uno studio da parte dell’Accademia Nazionale delle Scienze secondo il quale anche un immediato arresto di approvvigionamento di gas russo potrebbe essere «gestito» dall’economia tedesca .
Nel prossimo inverno potrebbero esserci carenze, ma ci sono opzioni, attraverso l’attuazione immediata di un pacchetto di misure, per limitare gli effetti negativi e attenuare l’impatto sociale.
Per fornire una stima di riferimento partono dal modello multisettoriale di commercio pubblicato da David Baqaee & Emmanuel Farhi nel 2019. Questo modello è un tentativo molto ambizioso di modellare il commercio globale come un insieme di flussi di equilibrio generale.

Il risultato di questo calcolo porta alla conclusione che l’unico scenario in cui uno shock energetico provoca danni catastrofici è quello in cui non vi è letteralmente alcun modo di sostituire o cambiare attività economica influenzata dalla perdita di approvvigionamento energetico. Ciò avverrebbe se i parametri di base della produzione fossero inalterabilmente fissati – il cosiddetto caso Leontief. Non appena si assume anche un piccolo grado di sostituibilità, l’effetto dello shock di approvvigionamento energetico è molto più mutato. Secondo i calcoli di Bachmann, anche in uno scenario peggiore, l’impatto sul PIL sarebbe al 3 per cento, che è inferiore allo shock del 4 per cento che l’economia tedesca ha subito nella crisi COVID.

Da Chartbook #97 di Adam Tooze

Mix Energetico Tedesco

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